venerdì 30 gennaio 2009

Factory


...dopo il ritratto di Marilyn, Warhol conobbe il successo. La gente, voleva essere fotografata al suo fianco, anche solo parlare con lui...
Ormai ricco e famoso, poté prendersi una grande casa, dove aprì uno studio tutto dipinto d’argento: la FACTORY, ed è qui che Andy fabbricava le sue opere d’arte.
Ma non era solo uno studio, era anche un luogo d’incontro e di passaggio per gente di tutti i tipi: artisti in cerca di fortuna, celebrità, ricche signore, rampolli dell’alta società, modelle famose, anche semplici curiosi.
Dopo il grande successo ottenuto grazie ai quadri di Marilyn, farsi fare un ritratto dall’artista, era diventata una grande moda, una necessità, altri esempi sono Liz Taylor, Giorgio Armani, Mao Tse-Tung,...

La porta della Factory era sempre aperta, cosicché tutti potevano entrare...Andy diceva sempre che la gente ci andava non tanto per lui, quanto per vedere chi c’era. E a lui, questo non dava fastidio, anzi gli piaceva essere circondato sempre da gente.
...il 3 Luglio 1968, alla Factory accadde un fatto terribile, improvvisamente, irruppe nella stanza dove Andy era al telefono, una donna scatenata, fondatrice di un gruppo di femministe dal nome “Società per fare a pezzi gli uomini”, questa donna impugnava una pistola e cercava Andy per ucciderlo, quando lo vide, sparò finché non lo vide a terra in una pozza di sangue, e poi, fuggì via.
Fortunatamente, i medici lo salvarono, e rimase talmente scosso che si fece un autoritratto, un teschio.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Tempo fa al cinema facevano un film che si chiamava "Factory" che parlava appunto di Andy Wharhol...! Per caso l'hai visto?