venerdì 19 dicembre 2008

...ma chi è Andy Warhol?

Si potrebbe sintetizzarlo in questo modo: è il rappresentante più tipico della cultura pop.
Anticonformista spende tutte le sue energie per costruirsi l’immagine del personaggio fantasioso e imprevedibile.
Qui vorrei riportare una delle tante citazioni che lo rappresentano: “comprare è più americano di pensare e io sono americano come qualsiasi altro”.


Andy Warhol nasce il 6 agosto 1928 a Forest City, in Pennsylvania.
Più conosciuto con lo pseudonimo, il suo nome originale è Andrew Warhola, ma lo cambiò perché lo riteneva “troppo poco americano”.
Negli anni ’50 cambia il suo look, diventando molto più eccentrico, si tinge i capelli in biondo paglierino, o argento, si veste rigorosamente in nero, e nelle cerimonie e inaugurazioni ufficiali si presenta in scarpe da tennis e con un inseparabile zainetto.
Frequenta in modo più o meno regolare il Carnegie Institute of Technology di Pittsburgh, sviluppa una lunga esperienza nel campo della grafica pubblicitaria e nel disegno industriale.
Nel 1960 possiamo trovare i primi dipinti, tocca in particolar modo il mondo politico, il cinema, gli scaffali dei supermercati, le pagine di cronaca nera,...
Tra il 1962 e il 1963, nasce la sua Factory, a New York, un laboratorio di sperimentazione, gira più o meno una settantina di film, che possono durare dai pochi minuti fino ad arrivare ad un massimo di 25 ore.
Warhol scompare il 22 febbraio 1987.

“La cosa più bella di Tokyo è McDonald’s. la cosa più bella di Stoccolma è McDonald’s. la cosa più bella di Firenze è McDonald’s. Pechino e Mosca non hanno ancora nulla di bello”.

domenica 14 dicembre 2008

Cos’è la POP ART?

Negli anni ’60, si sviluppa negli Stati Uniti una nuova forma di arte popolare, la Pop Art. Questa nuova arte rivolge la propria attenzione agli oggetti, ai miti e ai linguaggi della società dei consumi.
Pop=popular, cioè, non arte del popolo o per il popolo, ma come arte di massa, prodotta in serie.
L’arte che la rappresenta, deve essere il più possibile anonima, perché deve essere compresa e accettata da un numero illimitato di persone.
Le opere sono volutamente banali e di tipo quotidiano, si può ritrovare un ossessivo martellamento pubblicitario, il consumismo, il fumetto,..., gli artisti pop, si appoggiano principalmente a questo. La bottiglietta di Coca Cola, la striscia di fumetti, la moda, le immagine di attrici, cantanti,..., possono essere e sono stati spunti per loro.
Quindi, si può sintetizzare in questo modo: la Pop Art attinge i propri soggetti dall’universo del quotidiano e fonda la propria comprensibilità sul fatto che quei soggetti sono per tutti assolutamente noti e riconoscibili.
L’intervento artistico, tocca solo la manipolazione di questi stessi soggetti, che possono essere ripetuti all’infinito, colorati in modo assurdo, decontestualizzati,...
Comunque la Pop Art usa lo stesso linguaggio della pubblicità.
L’artista, di conseguenza, non trova più spazio per alcuna soggettività, diventa puro manipolatore d’immagini, oggetti, simboli, già fabbricati a scopo industriale, pubblicitario o economico.
Gli artisti pop non sono dei ribelli, loro vivono in simbiosi con il sistema comunicativo e pubblicitario dal quale, appunto, traggono i propri spunti.
Queste opere sono spesso più curiose e strane piuttosto che provocatorie, e il loro contatto con la realtà è più ironico che sarcastico.
Per concludere, posso dire che la Pop Art è dunque arte di consumo.

Andy Warhol: “la bellezza di questo paese consiste nel fatto che l’America ha creato una tradizione per cui i consumatori ricchi comprano in sostanza le stesse cose dei poveri. Sediamo davanti al televisore e beviamo la Coca Cola, sapendo che il presidente beve Coca Cola. Liz Taylor beve Coca Cola: perciò pensiamo che anche noi possiamo bere Coca Cola”.

venerdì 5 dicembre 2008

Benvenuti...



Benvenuti questo è il mio primo blog...

Spero che l'argomento sia interessante, e invito tutti ad intervenire...

ciao Sara...